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Il consacrato vangelo anglofono della F1 domina ancora una volta. Solo una reprimenda per Hamilton per il suo errore e quelli della squadra

Lewis Hamilton ha combinato una marachella durante le fasi concitate della Safety car e di un alternanza atmosferica molto incerta durante la fase finale del G.P. di Germania.

Errore suo, ammesso e non contestabile viste le immagini, ma sembra indotto da un momento troppo concitato e di poca lucidità organizzativa della squadra.

La Mercedes è andata in pallone, per stessa ammissione dei responsabili.

Viste tutte queste “attenuanti”, che invece sono da valutare come aggravanti quando si parla del top team che punta al mondiale, i commissari sportivi, nonostante vi fosse la chiarezza inequivocabile della violazione della regola, non hanno trovato di meglio che comminare una sola reprimenda al pilota inglese che è rimasto pertanto il vincitore della gara.

Una punizione in secondi, come sono state dispensate di recente per altre infrazioni, non avrebbe cambiato di molto la situazione se si esclude la sola diminuzione del suo vantaggio, nella classifica iridata nei confronti di Vettel con un eventuale possibile miglioramento per Bottas ed eventualmente per Raikkonen.

Una cosa appare “evidente” Max Verstappen e Lewis Hamilton sembrano essere “intoccabili” anche se la situazione espressa dal campione del mondo è stata decisamente meno aggressiva e non ha danneggiato nessuno.

Una cosa è certa: oltre al consacrato vangelo anglofono della F1 ora si aspettano al varco le prossime eventuali decisioni relative alle infrazioni commesse in pista. Saranno “salomoniche”? no di certo, come sempre