Categorie
Senza categoria

Hungaroring: quando la F1 irruppe all’est

Il G.P. d’Ungheria fu la prima testa di ponte della F1 ad Est quando allora esisteva la cortina di ferro.

Per facilitare la trasferta agli addetti ai lavori, giornalisti compresi, fu rilasciato un pass nominativo da applicare sul parabrezza per accedere ad un varco “dedicato” alla frontiera dove la sbarra di confine era enorme a prova di carro armato.

Prima caratteristica: le cicogne erano tutte appollaiate sulle garitte magiare ben oltre la terra di nessuno, presente dopo aver superato la frontiera austriaca.

“Mafioso” fu il saluto dell’addetto alle dogane ed alla frontiera con accurato controllo del contenuto bagagli, della valuta con l’obbligo di effettuare un cambio ufficiale minimo al locale sportello della Banca Nazionale.

Dopo poche centinaia di metri sulla strada principale alla volta di Budapest deviazione sulla destra in piena campagna.

Dramma visto che la strada non era segnalata dalla mappa sempre fornita dalla FOCA.

Perche?

Sulla strada nazionale era in corso una sessione di omologazione per ottenere la conferenza all’abilità alla circolazione in particolare per le Trabant, le vetture più presenti sul mercato.

Oggetto del controllo la capacità dell’impianto frenante, raggiunta una velocità imposta ed in uno spazio ristretto.

Un viaggio estenuante per i limiti di velocità di cui ci avevano cortesemente avvertiti alla frontiera per una presenza massiccia di controllo con “l’obbligo” di fare sicurezza ma sopra tutto cassa per le finanze locali e nazionali.

IL pass che Bernie Ecclestone aveva fatto adottare si è dimostrato sempre abbastanza utile in particolare per le indicazioni della polizia locale, da Budapest al circuito con una uscita dedicata dell’autostrada per accelerare l’arrivo sia pure in un tratto sterrato ma riservato.

La caratteristica del tracciato era ed è quella odierna. Si trova incastonata all’interno di una vallata contornata da colline che sembrano imitare uno specchio ustorio e concentrano l’irradiazione proprio sulla pista.

Caldo torrido che ha come contraltare l’altrettanto rapidità con cui arriva la possibile nuvola fantozziana caratterizzata da precipitazioni rapide e violente.

Ultimo ricordo: i tanti cine operatori amatoriali che ci filmavano ad ogni nostro movimento. Non erano altro che agenti dei servizi.

Nelle tante iniziative organizzate si veniva raggruppati in colonne dagli alberghi con l’elenco dei nominativi presenti e ci si muoveva su tragitti dedicati e scortati dalla polizia locale a sirene spiegate.

Solo negli anni successivi, quando le cose si sono allentate, si è potuto capire il perché: la presenza della rivoluzione del 56 erano ancora molto evidenti sulle pareti esterne delle abitazioni presenti nel centro storico di Budapest.