Nel fine settimana i piloti della Ferrari devono rispettare un nuovo e categorico comandamento, loro dedicato: 1° non sbagliare.
Sono stati infatti degli errori anche banali che hanno costretto la Ferrari ed i suoi piloti ad essere diventati di uovo dei segugi invece che delle lepri, come sarebbe stato logico se si fossero sommati i migliori crono di ogni singolo trattore del Circuito di Le Castellet per determinare un crono “ideale” che li avrebbe portati ad essere entrambi in prima fila.
Hanno commesso delle sbavature che sono costate posizioni importanti.
Per entrambi è mancata la lucidità per concretizzare quanto avevano dimostrato di poter fare per buona parte del fine settimana. Hanno sbagliato la somma degli addendi.
Cominciamo da Raikkonen che ha sempre ottenuti dei referti del cronometro in fotocopia con quelli del compagno di squadra ma quando è stato il momento di sintetizzare il lavoro effettuato si è lasciato sfuggire alcune manciate di decimi che alla fine gli hanno consentito comunque di salire solo sul 3° gradino del podio con una gara esemplare strategicamente “perfetta”.
E cosa dire di Vettel. Ha commesso un errore non da poco. Ad essere sinceri avrebbe fatto meglio a non cercare spazio sul suo fianco destro, quando Hamilton ha rallentato più del dovuto alla prima curva perché non si sentiva di fidarsi del livello d’aderenza delle sue gomme, ma avrebbe dovuto correre il rischio di tamponare il campione del mondo, cosa che avrebbe innescato, però, delle polemiche difficili da sopire.
La soluzione scelta lo ha invece danneggiato irreparabilmente, anche se è poi stato il protagonista di una gara con al G maiuscola.
La partenza se non gli viene dalla prima fila, con la possibilità di andare subito in testa e quindi di arrivare a cavalcare indisturbato per tutta la gara in testa sino al traguardo, ha una buona percentuale di casi in cui si può trasformare in un serio problema.
L’esempio più “clamoroso” fu il filetto di Singapore con il coinvolgimento del proprio compagno di squadra ed il regalo di 25 punti ad Hamilton in chiara difficoltà tecnica.
Evidentemente il 4 volte campione de mondo sente la pressione di rompere il sortilegio che lo attanaglia alla guida della Ferrari.
Vuole dimostrare di essere il degno erede di Michael Schumacher, peraltro suo idolo da sempre, e dimostrare che è un vero campione che vince sulle monoposto più prestigiose e si lascia trasportare troppo.
Una tensione che evidentemente non gli permette di avere sempre la freddezza necessaria. A Zeltweg il problema si fa sentire ancora di più perché è d’obbligo rivedere al ribasso lo spread che lo divide da Hamilton.
Se questo non avviene il campionato ritorna ad essere effettivamente in salita in particolare per quanto riguarda la classifica costruttori.