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Il problema dell’interpretazione tra causa ed effetto. La soluzione sbagliata è quella di non eliminare la causa, ma ridurne l’effetto

A Roma una strada è stata definita pericolosa nell’utilizzo da parte dei motociclisti dopo gli ultimi incidenti con decessi ed invece che risolvere il vero problema, renderla più sicura, la cosa più semplice ed economica è stata quella di interdirne la circolazione ai mezzi a due ruote.

Situazioni analoghe si presentano ogni giorno sulle strade in cui sussistono problemi: non si risolvono gli stessi alla fonte, ma si limita solo la loro velocità di percorrenza.

La risposta che viene più logica è quella che deriva dall’assenza dei fondi necessari per una giusta manutenzione della pubblica viabilità, senza dimenticare che spesso all’origine c’è una carenza di qualità del prodotto finito per i ben noti intrecci economici per gli appalti e gli extra che li stessi impongono.

Nell’ultimo decennio in cui la Commissione Europea si era imposta di ottenere dei risultati tangibili, per la riduzione degli incidenti e le relative conseguenze che hanno gravato economicamente sul bilancio delle singole nazioni, si è riscontrato “definitivamente” che i risultati ottenuti si sono fermati solo al 42% medio degli obiettivi prefissati.

il 50% di riduzione è stato raggiunto solo in 6 paesi tra cui emergono Spagna e Francia.

Un altro 50% di riduzione è stato “programmato” per il decennio in corso ed entro i prossimi due anni compresi sarà abbastanza affannoso poterlo raggiungere.

In Italia il risultato ottenuto in passato si era attestato al 40% mentre nel 2016 si è potuto registrare un calo del 56%. Quando si parla di questi dati bisogna tenere presente anche l’effettivo valore percentuale dell’aumento dei mezzi globalmente presente nella circolazione che si incrementa di anno in anno per le nuove immatricolazioni, senza contare quanti siano poi i mezzi, con targa straniera, che attraversano la nostra rete viaria sia per lavoro sia per vacanza.

La tecnologia applicata all’automobile sta percorrendo una strada molto importante a favore di una riduzione dei sinistri e delle relative conseguenze. Molto è comunque da fare per realizzare una coscienza attiva da parte dei proprietari dei mezzi che devono accudirne l’invecchiamento nel modo migliore possibile, affinché gli stessi non deperiscano troppo velocemente il loro livello di funzionalità sicura nel tempo. Anche in questo settore purtroppo l’Italia è un fanalino di coda nell’applicazione delle direttive europee.