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Formula E: solo nel prossimo anno saranno gare vere

Sul debutto della Formula E a Roma si è innescato un can can mediatico avente come obiettivo quello di monopolizzare l’interesse su una tipologia di gara che lascia molti dubbi, almeno sinora.

Innanzi tutto una gara, che prevede a metà o quasi dei giri da percorrere ed in funzione delle strategie messe in essere, il cambio vettura in quanto le batterie, di oggi, non sono in grado di immagazzinare l’energia necessaria, non da l’immagine che invece dal punto di vista dell’utilizzo stradale ci si deve aspettare da una vettura “elettrica” se la stessa deve essere economicamente competitiva nei confronti dell’omologo modello alimentato da motore a combustione che deve andare a sostituire senza dover essere classificata come terza macchina per gli spostamenti da effettuare solo in città o in provincia, a chilometraggio limitato.

La Fia, parimenti, dalla F1 pretende invece motori che reggano dai 6 ai 7000 km.con delle prestazioni decisamente superiori. Una F.E ha una velocità massima prossima ai 250 km/h, la stessa che sulle berline sportive viene limitata sulla pubblica strada ma con un peso che è quasi il doppio.

Gare di circa 100km. di lunghezza a fronte dei 300 e passa km. di un Gran Premio di F1 se si esclude il G.P. di Monaco.

L’auto elettrica non inquina. E’ un falso categorico. L’auto elettrica non emette residui della combustione nell’aria dove viene usata, ma per la sua stessa presenza in movimento, solleva nell’aria i residui delle polveri sottili presenti sull’asfalto se non vi è la pioggia a lavarle, oltre a crearne delle altre per il rotolamento dei pneumatici.

Dove però si crea la corrente elettrica da immagazzinare nelle batterie l’inquinamento c’è e alla grande, più che abbondante.

Stessa cosa nelle fabbriche in cui vengono costruite in singoli componenti di quelli che vengono accomunati nel pacco degli accumulatori.

Un incognita, poi, e qui andiamo sul quotidiano, è quella dell’effettiva durata, in anni, del pacco degli accumulatori e di come gli stessi, a fine vita, dovranno e potranno essere smaltiti senza creare dell’inquinamento.