Leggendo i dati resi pubblici in questi giorni e relativi all’incremento esponenziale degli incassi da parte di alcuni comuni in funzione delle multe comminate agli automobilisti si intuisce che le stesse hanno un solo e vero scopo: incrementare le entrate per le casse della pubblica amministrazione.
Nell’analisi circostanziata si vede chiaramente che a farla da padrone sono nell’ordine gli eccessi di velocità, ovvero dai 55km/h dove il limite è 50, divieti di sosta accessi alle zone a traffico limitato.
Le contravvenzioni al codice della strada relative agli altri comportamenti scorretti da parte di tutti gli utenti a fronte delle norme vere sulla sicurezza stradale non vengono comminate, se non i rarissimi casi agli: Automobilisti, motociclisti e sopra tutti i ciclisti.
Le multe comminate con l’autovelox e per il divieto di sosta come quella di accesso alle zone a traffico limitato, hanno una caratteristica in comune: non prevedono di norma la contestazione diretta ovvero il contraddittorio diretto tra chi rileva l’infrazione e chi la commette.
In tutto questo “movimento” bisogna poi andare a concretizzare quante di queste contravvenzioni comminate a posteriori si concretizzano in incassi reali da parte degli uffici incassi delle amministrazioni pubbliche per tutta una serie di cavilli che spaziano dalla vera individuazione del responsabile e dalla solvibilità, almeno presunta, dello stesso.
Per queste ragioni, oltre al mancato incasso, bisogna aggiungere l’importo delle spese necessarie per cercare di procedere all’effettivo incasso, oltre all’impegno necessario delle risorse umane sottratte al vero controllo sulla pubblica strada.