Nel 2017 l’Osservatorio ASAPS ha registrato 2.695 episodi con un incremento del 21,8% rispetto alle 2.213 violenze fisiche dell’anno precedente. Un referto ogni 3 ore! Il 27% degli aggressori è ubriaco, il 45,7% degli attacchi da stranieri. Nel 16,6% dei casi usate armi proprie o improprie
Un fenomeno quello delle aggressioni alle divise sempre più preoccupante e in forte incremento.
Nel 2017, il nostro osservatorio “Sbirri Pikkiati” ha registrato 2.695 aggressioni nei confronti di poliziotti, carabinieri, agenti di polizia municipale, di operatori delle altre forze di polizia e in questo caso parliamo ovviamente solo delle aggressioni avvenute su strada durante i controlli delle forze di polizia con esclusione quindi di tutto ciò che riguarda la gestione dell’Ordine pubblico (stadi, manifestazioni, No Tav ecc.).
Il numero è in forte aumento con 482 aggressioni in più e un incremento del 21,8% rispetto ai 2.213 attacchi del 2016. Nel 2015 le aggressioni da noi registrate furono 2.256.
Nel 2014 erano stati 2.266 nel 2013 2.286, mentre nel 2012 si era arrivati a 2.290. In Italia, dunque siamo passati in 5 anni da una aggressione ogni 4 ore a una ogni 3 ore con almeno un operatore di polizia che finisce in ospedale, spesso con conseguenze invalidanti, fisiche e psicologiche, che lo accompagneranno per tutta la carriera.
Nel 2017 in 447 episodi (16,6%) l’aggressore ha fatto uso di armi proprie o improprie (bastoni, coltelli, crick, in molti casi la stessa vettura per travolgere il poliziotto o qualsiasi strumento idoneo ad aumentare le conseguenze dell’aggressione). Nel 2016 in 412 casi, pari al 18,6% del totale (19,6% nel 2015).
I più colpiti dalla violenza si confermano ancora una volta i carabinieri, che da soli hanno totalizzato il 46,5% delle aggressioni (in tutto 1.252), dato in aumento rispetto alle 1.091 del 2016, ma la percentuale è in calo in quanto era al 49,3%.
Seguono la Polizia di Stato con 1.016 (37,7%) aggressioni in netto incremento rispetto alle 799 (36,1%) del 2016 e la Polizia Locale con 283 attacchi (10,5%). Anche in questo caso l’incremento è netto rispetto ai 212 referti (9,6%) del 2016 e gli altri corpi con 189 attacchi, 7%.
Nel corso del 2017, gli episodi avvenuti al nord sono stati 1.241 (46%) 989 (44,7%) nel 2016, quelli al centro 555 (20,6%), 496 (22,4%) nel 2016. Mentre le aggressioni registrate al sud sono state 899 (33,4%), 728 (32,9%) l’anno prima.
Sempre molto alto, purtroppo, il numero di aggressori stranieri (comunitari e non): nel 2017 si sono resi responsabili di 1.231 episodi pari al 45,7%. Incremento consistente rispetto al 2016 quando gli episodi con stranieri furono 947 pari al 42,8%.
In 721 casi 26,8% l’aggressore è risultato poi ubriaco o drogato. Nel 2016 gli attaccanti ubriachi o drogati furono 651 (29,4%) (303 gli episodi per la sola droga in netto aumento rispetto ai 266 del 2016 e i 235 del 2015).
I dati confermano ancora una volta che l’argine di contenimento delle divise rispetto alla violenza che si manifesta ogni giorno sulle strade è sempre più fragile.
Allora ci ripetiamo fino allo sfinimento. Tutto questo avviene nell’indifferenza pressoché totale dell’opinione pubblica e della stessa politica. Posizione pericolosa e ingenua. Del dilagare della violenza contro le divise sulla strada dovrebbero invece preoccuparsi per primi i cittadini ancor più degli agenti e carabinieri perché dopo l’argine ci sono loro come destinatari e vittime di una violenza sempre più tracotante e ormai di fatto quasi impunita. Fino a quando si potrà continuare in questo modo?