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Volere è potere: più controlli nel mondo dell’Automobile utilizzando la tecnologia informatica

Si leggono statistiche che creano non poche preoccupazioni. Siamo però sempre alle solite. La moderna tecnologia informatica non viene applicata come invece sarebbe logico, per scoprire chi non paga l’assicurazione, chi non effettua la revisione dell’auto, chi guida con la patente scaduta.

Sono tutte situazioni che interagiscono tra di loro, con banche dati che potrebbero essere completate immettendo degli allert che estrapolano le targhe ed i nominativi, degli utenti interessati all’essere fuori dalle regole prescritte dal Codice Della Strada, informando le forze dell’ordine che potrebbero effettuare delle verifiche del caso, andando a colpo sicuro. Ovvero garantendosi anche gli introiti delle sanzioni previste dalla legge.

Sarebbe un’azione di prevenzione che andrebbe a garantire un senso globale di maggiore attenzione da parte dell’automobilista che di conseguenza sarebbe obbligato ad essere molto più attento ad un mondo che ormai, da tempo fa parte della vita quotidiana.

Alla faccia della privacy si potrebbero effettuare dei controlli capillari aventi come scopo di raccogliere informazioni riservate per intuire il livello di “sbadataggine” se volontaria o casuale.

Mi ricordo che a metà degli anni 80 mi trovavo a fare la spola tra il circuito di Magione, Perugia, e quello di Vallelunga, periferia nord di Roma.

Per tre sere consecutive tardi, per rientrare al campo base di Perugia, ho utilizzato la superstrada E 45 ed immancabilmente, in prossimità di un area di servizio molto spaziosa il traffico vi veniva fatto deviare. Ogni mezzo era accuratamente controllato. Presenti vi erano: Polizia della Strada, Guardia di Finanza, Carabinieri. Pubblica Sicurezza, ed Escopost per effettuare il controllo dei “baracchini” utilizzati  dai camionisti per le comunicazione, spesso pirata. Controlli accurati: documenti, funzionalità dell’impianto elettrico (luci anteriori e posteriori, fari e frecce) e con la scusa di voler vedere il triangolo, davano anche una sbirciatina nel bagagliaio, cosa che invece avrebbe richiesto, per farlo aprire, l’apposita autorizzazione.

Le macchine in regola venivano fatte proseguire, quelle che avevano qualche problema erano spostate qualche metro più avanti, per le “certificazioni”, multe, del caso. Il tutto registrato su appositi moduli su cui venivano indicati di dati salienti del mezzo, proprietario e guidatore.

Tempo “perso” che alla fine non era perso per chi era in regola, una ventina di minuti.