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Automobilisti non dormite sonni tranquilli sino al 4 di marzo. Poi sarà insonnia permanente

La campagna elettorale è iniziata. Daltronde mancano 61 giorni per il ritorno al voto, un diritto dovere da esercitare. L’astensionismo francamente non ci piace. Preferisco un lungo elenco di schede bianche, una sorta di protesta di cui ogni successivo si troverebbe a dover tenere conto.

Ma prestiamo l’attenzione all’automobilismo. In particolare alle tasse che gravano sull’automobile direttamente o indirettamente. Nel bailamme delle proposte, sullo specifico non si è ancora sentito uno schieramento preciso o suggerimento da parte delle forze politiche.

Situazione preoccupante, perché di solito quando un argomento non viene “citato” in campagna elettorale può essere un boomerang già nei primi 100 giorni di governo. 100 giorni che sembrano essere una scadenza  improrogabile per tutti e da sempre, non il periodo in cui invece il Governo dovrebbe o potrebbe rimanere in carica.

Il possedere un automobile, oggi strumento indispensabile per lo spostamento casa lavoro e ritorno, se si vuole avere qualche momento in più da dedicare alla libera vita personale, sembra essere criminale, si inquina, si….. si… si… di tutto e di più, compreso il sostanzioso finanziamento per contribuire a sostenere la spesa della sanità pubblica che è in capo alle Regioni, come pure l’incassare il bollo, tassa di proprietà dell’auto.

Sull’argomento si è sempre dimostrato che ogni provvedimento economico preso da ogni singolo Governo, avente la volontà di una configurazione “equitaria” con gli extra bonus per le tasse relative alle supercar, si è dimostrato un fallimento.

La differenza su cui alcuni partiti o coalizioni sembrano convergere è quella di dare una differente valutazione sulla definizione di prima vettura posseduta, da esentare o alleggerire dal punto di vista fiscale. Sempre che la stessa non rientri nella categoria delle vetture di lusso, con un valore superiore ad una certa cifra X per l’acquisto, ed anche in funzione della più moderna concezione di motorizzazione, almeno  effettivamente “Ibrida”,  ovvero in grado  di percorrere una distanza, utilizzando al sola energia elettrica non inquinante in loco, che copra il fabbisogno nella percorrenza cittadina giornaliera.

Il tutto potrebbe essere uno specchietto per le allodole visto che basterebbe poi l’introduzione di una accise da aggiungere a quelle che già paghiamo ancora per eventi dello scorso millennio. Accise che andrebbe a gravare solo su chi con l’auto ci deve lavorare. Da definire, un po’ alla guisa di quello che avviene per la detrazione dei punti patente addebitati a parenti che l’auto non la usano mai, anche il concetto di proprietà, spalmando una vettura per ogni singolo componente la famiglia.