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FERRARI F1

A Marchionne mancano quei 6 mesi in cui Jean Todt ha lavorato in silenzio prima di rivoluzionare il reparto corse della Ferrari

Quando Jean Todt è arrivato a Maranello per prendere le redini del reparto corse della Ferrari ha chiesto ed ottenuto di essere affiancato da un decano tra i lavoratori della Ferrari e per sei mesi si è aggirato a chiedere, guardare, scrivere, appuntare controllare. Poi una bella mattina, precisamente un lunedì mattina ha cominciato a convocare i vari vertici della struttura, ha analizzato la situazione ed ha cominciato la rivoluzione del reparto stesso. Ci sono voluti anni però alla fine è stata creata una struttura che ha dettato legge, in accoppiata con Michael Schumacher e Kimi Raikonnen.

E’ ovvio che Sergio Marchiane non abbia avuto questi 6 mesi continuativi vissuti a diretto contatto con la struttura e pertanto continua a dover toccare con mano cosa è il reparto corse della Ferrari, cosa è la sua gestione e come dovrà ancora rivoluzionarla. Un organizzazione decisamente più complessa e difficile da quello che appare dall’esterno, anche per un manager che è abituato a gestire aspetti economici e organizzativi di un gruppo come è l’FCA a livello globale.

L’organizzazione della Ges è talmente complessa e spesso a compartimenti stagni, dopo clamorosi episodi di spionaggio (Mc Laren) che porta spesso ad avere delle sorte di collassi che corrispondono  a mancanza di risultati. Nel caso dia quest’anno 6 ritiri determinanti in stagione che ha anche portato a risultati (vittorie) che non si registravano da tempo.

Marchionne ha anche vissuto in prima persona la grossa differenza tra il dire ed il fare, proprio per quella continuità di frequentazione con situazioni concrete, che ci dicono non gli siano assolutamente piaciute, a fronte di quanto gli fosse stato dato per certo ed alla fine è apparso quasi come quel proverbio che dice “l’oro del Giappone che arrivato in Italia è ottone”.  D’altronde ci si trova a doversi confrontare con il massimo della tecnologia a livello mondiale con inserimenti di quanto proviene, progressivamente, dall’industria spaziale ed aeronautica in funzione della demilitarizzazione.

A tale proposito si ricordino i primi impianti di gestione elettronica del motore 12 cilindri realizzati dalla Magneti Marelli con componenti commerciali che aveva dei limiti di affidabilità. Gli stessi componenti “militari”, provati a Fiorano sotto la supervisione e scorta dei “servizi” ,erano non solo più che affidabili ma anche con una più ampia gamma d’utilizzo.

Bisogna essere sempre alla ricerca di soluzioni che non siano disponibili alla concorrenza. Se lo fossero, che la loro applicazione fosse equivalente sul livello della prestazione e dell’affidabilità.Qui spesso entrano poi in gioco fattori economici per i rapporti di collaborazione commerciali sui numeri di vetture prodotte in cui la Ferrari non può certo competere con la Mercedes.

Man mano che la sua presenza fattiva ma saltuaria a Maranello lo ha portato a contatto con lo stato delle situazioni in essere ha preso delle decisioni molto forti quali sono state l’aver sollevato dall’incarico Lorenzo Sassi, responsabile del settore power train, e l’aver portato a Maranello la sua responsabile del settore qualità ed affidabilità che in FCA guidava uno staff di oltre 25 ingegneri specializzati. Altre decisioni altrettanto importanti le dovrà prendere, velocemente.

Poi vi sono altre cose che sono risultate meno apparenti o anche ancora in fase di gestazione, in questo periodo, tenendo presente che il suo intento è quello di valorizzare quanto già disponibile in Ferrari  e che ha dato dei risultati molto importanti, acquisizioni di campionati mondiali ed europei con le vetture GT.

Nel suo concetto di razionalizzazione delle cose in Ferrari ed accentramento decisionale sulla sua persona, ha anche dato corso ad un maggior interscambio di concetti, materiali e soluzioni tra i due settori delle competizioni che sinora hanno lavorato quasi a compartimenti stagni. Un osmosi di idee e soluzioni che non potranno che essere positive a cavallo di via Abetone inferiore a Maranello, per i rispettivi settori delle competizioni, senza escludere che oltre al rientro dell’Alfa Romeo in F.1 vi possa essere qualcosa di inedito anche per la Maserati (si parla anche di un challenge riservato al suv Levante sulla falsariga dell’analogo campionato nel settore delle Gran Turismo 488 gt.

In questa osmosi si è scoperto che alcune soluzioni aerodinamiche, realizzate all’interno dei componenti e dei materiali hanno consentito una maggiore efficenza di settore sia per le vetture GT sia per la F.1

Il settore delle competizioni Gran Turismo è un asset positivo, dal punto di vista finanziario per il Cavallino Rampante, anche grazie alla razionalizzazione di singoli campionati cui ogni singola squadra può partecipare senza dove fare costosi interventi sulle singole vetture.