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F1: Ferrari al centro delle attenzioni e degli esibizionismi personali di coloro che vogliono apparire a tutti i costi.

Maranello. Un annata che per certi aspetti si può definire positiva e che aveva dato adito a delle illusioni che si sono sciolte come neve al sole durante la fase più calda del campionato. 8 serie consecutive di gare senza vittorie e non solo, anche con punteggio livello zero mentre la Mercedes ha sempre viaggiato a gonfie vele con Hamilton.

Sono molti gli interrogativi cui è difficile dare una risposta e sono, altrettanto, in tanti che, per mettersi in mostra sul palcoscenico della F1 e dei media non hanno e stanno trovando di meglio, come ovvio, che parlare della Ferrari. Una carta vincente per  dissertare su quanto successo specialmente se si vuole criticare. In effetti sono successe cose, come al pronti via nella gara di Singapore, che avrebbe dovuto avere un risultato a mani basse ben differente e sul livello d’affidabilità che hanno dell’invero simile.

Una Ferrari che comunque nel bene o nel male regge il suo palcoscenico in prima fila nella F1. La monoposto da battere, comunque, anche se non si vince il mondiale, Un risultato davanti alla Ferrari equivale ad una medaglia pregiata. In casa Ferrari ci si è accorti, forse un pò tardi che  bisognava andare a bilanciare certe situazioni, a parole, con quelle a fatti prima di avere qualcosa di concreto in mano. Sono finiti sotto la lente della critica spietata i piloti. Hanno commesso degli errori in stato di “tensione” ma è comprensibile che la “tensione” fosse ad alto livello, a fronte di quanto successo, quanto mai anomalo.

Nessuno però mi toglie dalla mente che su certe cose e situazioni che si sono venute a creare vi siano state delle situazioni di base anomale e non compatibili con il prestigio e le necessità d’alto livello necessario per andare a rincorrere un titolo iridato che è “latitante” in contumacia da troppo tempo.

Si sono sprecate e si sprecano le critiche a “nonno” Kimi Raikkonen, E’ il decano dei piloti in attività e comunque l’ultimo pilota della Ferrari ad aver vinto un titolo iridato ed avere, nell’anno successivo, cercato di collaborare al massimo per farlo vincere al suo compagno Felipe Massa. Il brasiliano sul circuito di casa è stato Campione del mondo di F1 per una manciata di secondi, in funzione di un recupero allora, ma anche ora, molto chiacchierato di Lewis Hamilton nell’ultimo giro ad Interlagos.

Le stesse critiche che sono state rivolte a Raikkonen, come seconda guida della Ferrar,i non hanno trovato lo stesso riscontro con Bottas che solo in questo finale, con una monoposto decisamente superiore a quella della concorrenza, ha saputo fare il proprio dovere.

Altra cosa, che in pochi mettono in rilievo è la costante difficoltà che i piloti della Ferrari hanno quando devono recuperare, fare sorpassi se partono dall’ultima fila, o gli stessi quando hanno effettuato un pit stop. Per gli avversari queste difficoltà, che se volete costano pochi decimi che sono sempre e comunque importanti, in particolare quando questo avviene con le gomme appena montate e quindi al massimo livello prestazione, sono meno evidenti.

Il rosso della Ferrari, per il piloti di F1, visto negli specchietti dei retrovisori ha lo stesso effetto che ha quello fatto dalla “muleta”, anch’essa rossa, sventolata davanti ad un toro. Viene il sospetto che queste “resistenze” a far passare  con meno resistenza siano funzionali alla volontà di acquisire secondi preziosi nelle immagini televisive internazionali di gara a tutto favore degli sponsor, oggi così difficili da trovare per le squadre di secondo livello. Immagini che a sorpasso avvenuto svaniscono immediatamente. La situazione sarebbe plausibile se fosse espressa dai piloti di poca esperienza ed in cerca di notorietà per acquisire un volante migliore, non lo è invece quando è messa in essere da piloti che hanno un certo passato, peggio ancora se gli stessi hanno fatto parte della ferrari stessa.  Quasi un risentimento espresso per il mancato rinnovo, quello che molti oggi criticano, ed ottenuto da Raikkonen per non destabilizzare il futuro prossimo della squadra che ha in corso rivolgimenti molto importanti in una sorta di Made in Italy tecnologico.