Maranello: I successi commerciali ed economici della Ferrari non devono distrarre da quanto si deve fare nelle prossime due gare mondiali della F.1 e su come si deve programmare il lavoro di sperimentazione della Gestione Sportiva. Due gare in cui si potrebbero andare a ricercare le sensazioni su pista di quanto già sperimentato al simulatore di cui sinora si è notato esistono delle diversificazioni tali per cui i piloti sono rimasti disorientati e non hanno “deliberato” le modifiche per qualifiche e gara ed hanno preferito continuare con delle soluzioni che avrebbero dovuto essere “datate”, con tempi sul giro più lenti a fronte delle novità.
Innanzi tutto si devono analizzare le classifiche iridate. Quella riservata ai costruttori, che è la più importante, in quanto la più, ma anche unica, “remunerativa”. Non vi sono problemi di sorta in quanto il vantaggio sulla Red Bull è di 115 punti. Il secondo posto non è pertanto a rischio e ciò è la garanzia di un bel gruzzoletto di milioni di dollari, da aggiungere al già positivo bilancio di fine d’anno. La classifica riservata ai piloti è invece più malleabile, meglio dire caleidoscopica. Perso il titolo iridato, Sebastian Vettel deve guardarsi alle spalle in quanto Valtteri Bottas lo insegue con un handicap di soli 15 punti e di sicuro Toto Wolff ha come obiettivo quello di portarlo a conquistare il secondo posto per completare appieno la stagione. Dalla altra parte, in casa Ferrari, c’è la volontà di portare Raikkonen al 4° posto. Per ottenere questo risultato è necessario che possa recuperare 15 punti a fronte di quelli che ha ora di svantaggio nei confronti di “smile” Ricciardo, che è in attesa di rinnovare il contratto in Red Bull per i prossimi anni.
Queste due situazioni non consigliano voli pindarici. E’ meglio andare sul concreto. L’unica cosa da sondare in modo approfondito è il sistema di partenza che è quello che ha dimostrato di non essere all’altezza di quello messo in campo da Mercedes e Red Bull, nelle ultime gare. Non si tratta certo solo delle impostazioni della leva di comando al volante, quella tradizionale a fronte di quella a doppio ditale sperimentata da Vettel, poi abbandonata anche dal tedesco.