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F1: Ma quale “ultima gara, ultimo giro, ultima curva. Hamilton campione alla prima curva del Città del Messico

Città del Messico: Ma quale mantra ripetuto quasi all’ossessione: “ultima gara, ultimo giro, ultima curva”. Anche in terra messicana, alla prima curva sé successo tutto quanto è stato necessario per favorire di attribuire in modo inequivocabile a Lewis Hamilton il suo 4° titolo iridato piloti in carriera. Una gara annullata dal punto di vista agonistico dopo 680 metri percorsi con un unica differenza a fronte della gara di Singapore dove tutto è stato decisamente più cruento ed ha dato l’inizio, in tre gare, alla fine delle speranze della Ferrari. Una curva a sinistra e non a destra, e successiva virata a sinistra e quindi a destra. La situazione era di per se simile a quel G.P. anni 90 con Alain Prost e Ayrton Senna. Senna accompagnò fuori pista il pilota della Ferrari per assicurarsi il titolo iridato ai punti.

Prima curva in cui Sebastian Vettel ha visto sfumare ogni sogno di gloria  quanto è stato surclassato da Max Verstappen prima e vincitore quasi a mani basse,  e poi stretto a panino tra Hamilton sulla sinistra e Valtteri Bottas sulla destra che poi è stato secondo sul podio, mentre il terzo, Kimi Raikkonen, in quel momento si era perso nei meandri di una serie di fasi concitate, incrementate dalle scie, che gli hanno fatto perdere il contatto con il suo avversario connazionale Bottas. Anche per “Iceman” da quel momento solo un inseguimento mirato con diciamo successo per dimostrare che la monoposto è competitiva.

Che l’inseguimento di Vettel per conseguire questo suo primo titolo iridato in Ferrari da aggiungere ai 4 già a suo tempo conquistati, avesse del “disperato” era parte concreta della realtà in queste ultime gare, sia pure con tutte quelle che erano le possibili alternative di un caleidoscopio che oggi ha riproposto un immagine di per se stessa “negativa” per Vettel ed anche per la F1. Vettel in queste situazioni stile “wrestling” ha dimostrato il proprio momento agonistico negativo, anche se per una percentuale di sfortuna che  ha continuato a vederci molto bene.

Una cosa è certa bisogna per il futuro, 2018, definire un sistema di partenza per il progetto 669 che possa consentire ai propri piloti di difendere meglio quegli 8 metri di vantaggio che spettano sullo schieramento di partenza grazie al conseguimento  della Pole da parte del pilota. Dopo questo primo momento, che è stato il più importante e determinante per togliere la vittoria della gara a Vettel e quindi rendere ancora più “chimerica” la rincorsa al titolo, lo stesso  è stato “vittima” di un altro atteggiamento che ha dimostrato, qualora ve ne fosse necessità di conferma, quanto la F1 anglofona sia “avversaria” della Ferrari. E’ stato il sorpasso di Vettel a Felipe Massa, che ha inseguito per parecchio tempo. Da un on board  camera dalla monoposto si vede chiaramente che il pilota della Williams spinge volutamente fuori pista Vettel sterzando verso destra quando le ruote anteriori erano appaiate ed erano quasi al contatto. Manovra che ha costretto il tedesco ad allargare  per evitare l’incidente, senza poi essere costretto a rinunciare al sorpasso. Una manovra forte che ha mandato in bestia Vettel che si è domandato via radio verso il suo box di chiarirgli dove stava correndo: all’autoscontro dei baracconi?