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Ferrari: Non si dormono notti tranquille. Decisioni difficile sui motori da usare ad Austin. Si deve avere la certezza che microscopiche parti di metallo e ceramica staccatisi dalla candela non abbiano danneggiato il motore 5 o il suo turbo.

Maranello: L’arrivo del tapiro di Striscia la Notizia è stata la parte “ludica” di questa settimana alla Gestione della Ferrari, in un momento in cui preoccupazioni ed incertezze regnano sovrane. Vi sono decisioni importanti da prendere in relazione a quelle che sono state le ultime vicende relative alla mancanza d’affidabilità mostrate dalle SF70H proprio alla fine delle prove e le qualifiche e prima di schierarsi per la gara. Quasi quasi sarebbe opportuno, anche per lo spettacolo del pubblico pagante, riproporre un warm up di prima mattina in modo da poter controllare l’efficenza delle monoposto in pista. Il tutto con un adeguato margine di tempo per garantire gli interventi del caso, prima dello schieramento abbinando alla situazione una eventuale penalizzazione.

La parte “positiva”, ma lo si potrà avere confermata solo per il futuro, è l’arrivo alla Ferrari dell’ingegnera spagnola che era la responsabile per il territorio “Emea” del controllo di qualità sui prodotti forniti dalle ditte esterne tal FCA stessa. E’ la prima volta che una donna acquisisce una carica così “operativa” fatte salve equivalenti soluzioni amministrative, del passato. Per quanto brava possa essere ha molto lavoro da fare per cui difficilmente, salvo miracolo, potrà avere soluzioni applicabili in queste ultime 4 gare. L’importante è che imposti il lavoro da applicare al progetto della monoposto per il prossimo anno. Se si dovesse concludere anticipatamente ad Austin la rincorsa al titolo iridato, da parte di Sebastian Vettel, sarebbe ovvio ipotizzare che nelle ultime gare la SF70H diventi un “prototipo” sperimentale per le novità tecniche ed aerodinamiche ipotizzate per il progetto della monoposto 2018.

Il molto lavoro che si sta facendo e deve essere concluso nelle prossime ore, per consentire la spedizione delle due monoposto oltre Oceano già dalla serata di domani, non riguarda solo il controllo di qualità dei componenti, ma una ricerca accurata su quelli che possono essere stati i danni collaterali subito dal motore della “Gina” a seguito dell’avaria della candela. Componente a diretto contatto con testata a camera di scoppio  che non è più solo tale, ma ha funzioni di acceleratore di propagazione  di fiamma accendendo un piccola parte di carburante che a sua volta deve dare un’accensione più rapida e globale all’interno della testata. Una progressione che antipatica i tempi e consente di avere un processo termodinamico più rapido ed efficiente in tempi più ristretto e sempre nell’ordine di millesimi di secondo. Qualche micrometrico frammento di metallo o di ceramica, che sono i due componenti di base di una candela, sembra si sia staccato dalla sua posizione originaria e possa essere andato ad interessare, si pure in modo differente, sia il pistone, le valvole di scarico in particolare e la girante del turbo, il tutto a temperature tali da poter aver causato una intrusione strutturale di queste parti micrometriche. Se ciò è avvenuto sulla girante la stessa ne risulterebbe sbilanciata e biondi a rischio rottura visto il regime di oltre 120.000 giri al minuti.

La soluzione “migliore” almeno per Austin ritornare al propulsore 4 che sia pure meno evoluto ha minime percorrenze nella sua vita quindi maggiori tranquillità per l’affidabilità.