Modena: Non capisco tutto questo movimento di “scarica barile” del Comune di Modena che ci ricorda in continuazione che i lavori che stanno interessando la Tangenziale, per rendere di nuovo l’asfalto idoneo alla migliore circolazione e sicurezza, sono realizzati dall’Anas. E’ ovvio che questo comporta dei problemi, su una viabilità modenese disastrata che si appoggia troppo su una tangenziale che non è neanche il massimo della vita per come è stata progettata e che non può sopportare oltre quello che è il traffico normale di una delle strade in città, con possibili code e forti rallentamenti. Certo che forse i lavori potevano essere stati eseguiti in estate quando il traffico era meno intenso. Ma un estate molto calda non era il massimo per posare del nuovo asfalto, anche se la posa richiede che non piova ed il clima sia mite. Il troppo caldo favorisce lo sfaldamento se il nuovo manto non lo si lascia “riposare”per aderire alla sua base, peggio ancora che non si è eliminato tutto il vecchio manto d’usura. Poi non dobbiamo escludere che, oltre alla disponibilità di fondi per pagare gli interventi, le stesse ditte non fossero impegnate in altra sede.
Bisogna rassegnarsi a dover mettere in “calendario” tempi di percorrenza più lunghi nei nostri trasferimenti. Lo stesso, forse, non capita anche nel centro della città, al di fuori dei viali, realizzati abbattendo le antiche mura, quando si realizzano le piste ciclabili, si riasfaltano le strade che in alcuni casi sembrano percorsi di guerra ottimi per i fuoristrada. Li non mi sembra, sinora, di avere notato tanta solerzia nel comunicare chi è il responsabile, anzi. Bisognerebbe prendere spunto dai paesi più e meno civili. Mi ricordo che a Gennaio, in una trasferta a Detroit per il salone dell’Automobile, quando siamo rientrati in albergo verso le 18.00 passando su un cavalcavia della strada principale, lo stesso era caratterizzato da un asfalto in condizioni “micidiali” per 300-400 metri. Quando siamo tornati al salone, verso le 9.00 della mattina successiva, il tutto era liscio come il tappeto di un biliardo. Volere è potere. Ovvio che a lavorare non vi era solo un operaio o una macchina ma decine di operai ed il numero di mezzi idonei per far si che il traffico intensissimo su quella strada non ne risentisse. Altro esempio il rifacimento di un cavalcavia piuttosto lungo in una città della Cina. Per abbatterlo e riposizionare la strutture erano presenti ben 120 macchine operatrici solo per la parte strutturale.
Altrettanto ovvio che un intervento così massiccio ha dei costi che sono improponibili per le finanze di un Comune per cui a “pagare” oltre ad essere pantalone è la nostra pazienza.