Categorie
Senza categoria sport F!

F1: nella calda notte di Singapore comanda il degrado del pneumatico posteriore sinistro il walzer delle strategie di gara

Ha gli stessi problemi di uno stradale come quello di Montecarlo ma a Singapore i giri da percorrere sono i classici necessari per fare gli oltre 300 km di un G.P. Nessuno sconto come invece è tradizione per il tracciato del Principato. L’asfalto presenta diversi livelli di scarsa aderenza, tombini e linee bianche, nonché un’elevatissima probabilità di ingresso della safety car, com’è avvenuto sempre nelle precedenti nove edizioni di storia di questo G.P., di cui una volta con un patatrac che è costato la carriera ad alcune persone della F.1. In quel caso calza perfettamente il proverbio “il diavolo sa fare le pentole ma non i coperchi”. Bastava che il pilota, senza andare contro le barriere accedendo e frenando, si fermasse in traiettoria di uscita curva fingendo un malore per ottenere lo stesso risultato senza le conseguenze successive perché un malore, un calo di pressione del sangue non rimane registrato nella telemetria.

Si corre al limite delle 2 ore massime previste dal regolamento e ci si augura che non vi sia la coda di qualche tifone a spaiare tutte le previsioni e le messe a punto con la pioggia.

Tutte le sessioni di sviluppo in pista  iniziano tardi e continuano nel corso della serata, perciò non è possibile utilizzare i soliti riferimenti per prevedere l’evoluzione della stessa, la temperatura ambiente e quella dell’ asfalto. Un tracciato in cui i pneumatici sono chiamati a lavorare molto nelle 23  curve, con carichi trasversali sulle spalle mentre le medie orarie sono simili a quelle di Montecarlo cui spetta la “palma” del circuito più lento di tutto il campionato, in condizioni normali. Non certo che le due ore e passa di pioggia per fare le qualifiche a Monza. La localizzazione geografica  fa si che a  Singapore faccia caldo anche nella notte e per questo motivo, oltre alle sollecitazioni laterali, sulle spalle delle gomme,  potrebbe manifestarsi  un degrado termico sui battistrada.
La fisionomia del tracciato fa si che sia il pneumatico posteriore sinistro deva sopportare gli stress maggiori per cui è lui che gestisce la danza nella tempista e numero dei pit stop. Trovare la sua giusta incidenza tra i parametri obbligatori  di camber e pressione alla partenza, sarà determinante per guadagnare 1 o 2 giri, di performance tra una sosta e l’altra.

La storia ci ricorda che Singapore è quasi sempre una delle gare più combattute, faticose e  imprevedibili dell’anno, in cui la strategia ha un ruolo importante per il risultato finale. La gestione delle tempistiche di reazione   all’ingresso della safety car può essere la manovra vincente di per se. Se su tutti i circuiti la pole  è  un vantaggio per la vittoria, qui la qualifica ha un ruolo ancora più determinante  capire le isteresi con cui la temperatura  ambiente evolve  tra il susseguirsi delle prove è la chiave per valutare correttamente  usura e degrado, dati determinanti  per  definire  la strategia di gara.