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F1: L’olio non solo lubrifica e raffredda ma deve essere privo da impurità

L’olio motore è oggi al centro del massimo interesse da parte dei costruttori che forniscono i motori in F1 e lo sfruttano per cercare di “vitaminizzare” la potenza erogabile sia nel continuo di una gara globale, sia in momenti in cui si vogliono ottenere sollecitazioni e prestazioni particolari.
Sui nostri “volgari” motori stradali l’olio motore svolge  tre ruoli fondamentali, ad esclusione di un suo consumo che verrebbe considerato come cosa allarmante. Ruoli  che vengono esasperati quando, in particolare, si parla di quelle che vengono definite Power Unit in F1.
Lubrifica per proteggere le singole parti in movimento dell’usura, contribuisce al raffreddamento del motore estraendone una parte del calore dove non è possibile far giungere l’acqua e riduce gli attriti volventi tra le parti.
Il settore degli oli è una delle poche aree a in cui lo sviluppo non è ancora regolato dalla FIA. Se si escludono le nuove normative relative al suo consumo in percentuali di litri ogni 100 km.  E’ per questo che  i ricercatori Shell collaborano con la Scuderia Ferrari per formularne di adatti a trarre il massimo rendimento dallo 062 che equipaggia la SF70H.

Benzine e lubrificanti forniti alla più nota “Gina” di Vettel ed alla più “anonima” SF70h di Raikkonen  devono tenere conto  della limitazione,  nell’utilizzo di una stagione, di soli quattro motori, consentendo parallelamente un incremento delle prestazioni, per la monoposto.

Nelle competizioni la fornitura di oli sempre più “prestazionali” non è l’unico obiettivo da raggiungere, anzi. Esiste un rapporto di collaborazione molto stretto tra i tecnici dei lubrificanti ed i motoristi per intuire, nell’immediato di tutto il fine settimana, lo stato di salute di un motore 062/3  senza dover intervenire, smontaggio, sullo stesso.

Risultato che si ottiene, cercando i primi segni di usura attraverso una dettagliata analisi degli elementi metallici presenti nel lubrificante. In funzione dei diversi residui di metallo trovati nell’olio, i motoristi Ferrari possono capire quale parte del 6 cilindri deve essere monitorata maggiormente per evitare delle rotture.

Il confronto tecnologico di Shell  con Ferrari affronta quotidianamente sfide di altissimo valore tecnologico anche ai banco prova di Maranello e grazie alle quali può aumentare le proprie competenze, per poi renderle disponibili ai consumatori attraverso i propri prodotti.

“L’esclusiva tecnologia Shell PurePlus rappresenta la base per la prossima generazione di lubrificanti, progettati per proteggere i motori di oggi e destinata a supportare al meglio i veicoli di domani – spiega Roberto Paganuzzi, Shell Technical Manager Europe.-  Il processo alla base della tecnologia Shell PurePlus permette di ottenere, a partire dal gas naturale, un olio base sintetico cristallino essenzialmente privo di impurità che, rispetto alle formulazioni sintetiche tradizionali, conferisce al lubrificante finito prestazioni migliori in termini di viscosità, riduzione dell’attrito e della volatilità. Un prodotto d’eccellenza in grado di assicurare caratteristiche operative eccezionali”.