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A Modena la complanarina è nata zoppa e nessun intervento, se non radicale, riuscirà a “curarla”

Modena: La complanarina che corre a fianco dell’autostrada del Sole è nata zoppa e la sua efficenza sul traffico locale non ha molta influenza e non l’avrà anche quando, se continua così l’anno del mai ed il mese del più, sarà completata. Perché risulta essere zoppa? Perché collega direttamente le due più importanti strade che da sud portano al centro città senza nessuna posizione intermedia atta ad alleggerire sia la Via Giardini da Saliceta  ai Palazzi di Vetro sia la nuova Estense  dalla rotonda del Cantone di Mugnano in direzione della via Vignolese. Lungo tutto questo tragitto vi sarebbero delle opportunità per scaricare progressivamente il traffico verso la città facendo riferimento a collegamenti con assi già esistenti e che si “spengono” in via Contrada. E’ ovvio che queste situazioni richiedono soldi, finanziamenti per realizzare il ponte atto a bypassare la complanare stessa e l’autostrada.  A nessuno è mai venuto in mente di coinvolgere la società Autostrade per creare un Casello di Modena Centro, eventualmente riservato anche alle sole autovetture, che andrebbe ad alleggerire, in particolare l’aggrovigliata uscita di Modena Nord cui si sta cominciando a pensare di  provvedere arrivando sempre e comunque in via Emilia Ovest. Anche quando la complanarina sarà terminata e si connetterà con il Casello di Modena Sud, quale sarà il vero alleggerimento sul traffico  che la stessa porterà via dalla via Vignolese, in direzione San Donnino, visto che per raggiungerla bisognerà fare parecchi chilometri in più sulla nuova Estense che non ha certo le capacità di sopportare molto più traffico di quello attuale, anche per la strettoia rappresentata dall’attuale ponte che sovra passa l’autostrada . Non si può neanche pensare di limitare il transito per San Damaso e San Donnino alle sole autovetture, visto che in zona vi sono non poche attività industriali. Alla base di tutto questo “guazzabuglio” vi è stato il ritardo, una quarantina di anni or sono, sulla previsione e definizione di una viabilità che si sapeva che avrebbe visto un incremento del trasporto su gomma. A Modena non hanno saputo “copiare” quello che hanno saputo fare allora a Bologna dove è stato studiato e realizzato un asse attrezzato  con molti degli incroci a a livelli differenti. L’ anello della tangenziale di Modena per decenni,  oltre a non essere ancora completato, è stato caratterizzato, come progetto di base, dagli incroci a raso. Ne rimane ancora uno, sia pure dotato di una rotonda ad ampio diametro, all’incrocio con la Vignolese dove sarebbe indispensabile realizzare un sottopasso simile a quello presente in via Emilia, per snellire il traffico a favore di chi si dirige verso la nuova Estense, sia per andare al casello di Modena Sud sia alle zone industriali ad est di Maranello.  La risposta che salta subito sulla bocca degli amministratori tacitando tutti i più sacri discorsi è: e i soldi?. Forse bastava evitare quella cattedrale nel deserto rappresentata dal sovra passo ciclabile alla rotonda di via Emilia est dove la presenza dei ciclisti è prossima allo zero. Stesso dicasi per altre strutture analoghe, costate centinaia di migliaia di euro. Cifre con cui, in Appennino hanno costruito nuovi ponti a fronte di quelli danneggiati o troppo vecchi per sopportare il traffico pesante attuale e ristabilire collegamenti più veloci tra i vari comuni della zona.