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FERRARI INDUSTRIALE

Ferrari: 29 anni or sono moriva Enzo Ferrari, domani va in scena il solito palcoscenico dell’esibizionismo

Il 14 agosto 1988 moriva ufficialmente Enzo Ferrari. La notizia fu tenuta segreta sino a funerali avvenuti, per sua volontà, ed ufficializzata solo alle 13 del 15 agosto da tutti i telegiornali italiani e del mondo. Molte le lacrime di coccodrillo per quella scomparsa ed ancor oggi il suo ricordo è legato molto alla volontà di fare palcoscenico. Trovare posto sui media, in una città che più contro dell’automobile così  non potrebbe essere. E dire che la politica modenese, in generale quando era in vita, lo giudicava scomodo e come tale si comportava. Non sempre lo osteggiava palesemente ma veleggiava nell’indifferenza di quelle che sarebbero state le sue necessità, ciurlando nel manico,  per sviluppare con maggiore velocità, a fronte di quanto poi fortunatamente accaduto po stesso, quell’industria che ora tutti ci invidiano, in particolare anche per quanto riguarda  la struttura industriale che è considerata uno dei posti di lavoro più invidiati anche per il rapporto umano e qualitativo dei dipendenti stessi. Ho avuto un lungo confronto personale come giornalista con lui arrivando spesso alla scomunica, con interdizione alla fonte ufficiale delle notizie, comunicata dal suo braccio destro  Franco Gozzi, che poi cercava di ricucire la situazione  per vedere riaperti i canali del confronto, che rimaneva sempre molto acceso.  Fui oggetto di molte citazioni personali e pubbliche, come ricorda lo stesso Franco Gozzi proprio nelle ultime pagine del suo libro. Mi capitò anche di accompagnarlo a braccetto, dalla sua saletta privata nel ristorante Cavallino, alla portineria della Ferrari perché aveva finito in anticipo di mangiare e non vi era nessuno ad aspettarlo. Mi sembrava un obbligo dare un sostegno al suo incedere che era abbastanza malfermo rinunciando, anche, a scattare qualche immagine esclusiva. Vi lascio immaginare lo scompiglio e l’agitazione nella portineria di via Abetone inferiore quando intercettavano cosa stava accadendo. Una cosa è certa anche quando non esisteva il semaforo pedonale spesso molti automobilisti  si fermavano spontaneamente per farlo attraversare con saluti sempre molto calorosi. Ne percepivo l’intima soddisfazione da come col braccio si appoggiava con maggior forza sia per non farli attendere troppo sia per mostrarsi fiero e sempre in gran forma.