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F1: Tutto nella F1 è anglofono Liberty Media deve porvi rimedio

L’ho già scritto a suo tempo. La F1 è anglofona. Bisognerebbe usare un termine più duro ancora. Non c’è bisogno di sparare sulla croce rossa. La F1 si sta facendo del male da sola e lo stanno ad indicare gli indici di ascolti televisivi. Troppe sono le cose lasciate alla libera interpretazione di pensiero. In Liberty Media hanno individuato questa scuola di pensiero nella sua globalità e stanno studiando come invertire queste tendenze ed equilibrare la situazione. E dire che la tecnologia di cui è dotata la Fom è in grado di sviscerare anche l’arcano più arcano che vi possa essere. Immagini in alta risoluzione, velocità di ripresa che sono più veloci delle F1 stesse, le telemetrie, il GPS…… Volere è potere ma se non si vuole si va a creare una situazione che corre il rischio di degenerare per cui si lascia un alea d’impunibilità che noi in Italia conosciamo benissimo,Tanto che i malviventi di molte nazioni europee vengono ad “esercitare” la loro attività nel nostro paese in quanto hanno la consapevolezza di una certezza, sinora, la mancata pena, ammesso che vengano arrestati. Quando voler è potere. Ve lo ricordate   il pandemonio innescato da Piquet per un incidente che aveva dei secondi fini non molto etici? Fu scoperto tutto e di più con quelle che sono state le severissime conseguenze per lo stesso pilota, manager ed ingegneri di squadra. Fu il classico esempio del detto: “il diavolo sa fare le pentole ma non i coperchi”. Invece bastava che il pilota fingesse un malore, un mancamento e fermasse la sua monoposto in traiettoria, di uscita curva per innescare lo stesso iter successivo  ed il risultato finale sarebbe stato lo stesso senza avere danni materiali alle monoposto ed alla pista e sopra tutto senza che rimanessero delle tracce così marcate, quasi un grassetto di stampa, che hanno portato alla successiva punizione. Un episodio lontano che evidentemente oggi non si ricorda. Su tutto quello che è successo a Baku ma anche in gare precedenti basterebbe lavorare di tecnologia, nei giorni successivi alla gara, analizzare con cura le cose, senza l’emozionalità del momento, ma applicare l’analisi della “fredda” tecnologia. Convocare, ma anche solo spedire agli interessati gli atti del procedimento. Le “sanzioni” si possono comminare in tempi successivi, patente a punti, arretramenti sullo schieramento, come già previsto per i problemi relativi alle sostituzioni delle parti meccaniche, avvertimenti puntuali che piloti e squadre non devono sottovalutare. Ultima cosa: far fermare Raikkonen a pochi giri dalla fine gara per risparmiare nell’usura delle componenti meccaniche, se è vero e non fosse in arrivo una avaria consistente. Ora in F.1 le squadre si trovano a dover arrivare a risparmiare anche 50-60 chilometri viste le limitazioni nel numero delle parti meccaniche che si possono usare per l’intera stagione per cercare di non incorrere negli arretramenti sullo schieramento di partenza. Come sono stati messi i puntini sulle i dopo le ispezioni monegasche, altrettanto deve avvenire per quanto concerne l’aspetto sportivo, specialmente se lo stesso è legato alla sicurezza