Tutti a ricordare la prematura scomparso di Elio De Angelis avvenuta il 14maggio del 1986 sul circuito del Paul Ricard ed il suo palmares di pilota. Una scomparsa che, chi era presente, sembra sia da attribuire all’alettone posteriore della sua monoposto che si è staccato senza rompersi. Si ipotizza che i bulloni di fissaggio non fossero stati fissati ma solo un pò avvitati, una tragica mancanza di un meccanico inglese e dei suoi capi. Un vero appassionato delle corse, persona colta, bravo per non dire ottimo pianista, per diletto, con una buona sensibilità tecnica per la messa a punto della monoposto. Un ragazzo di 20 anni che poteva avere tutto dalla vita grazie ai beni della famiglia ( suo padre fu poi sequestrato in Sardegna) e che era appassionatissimo di corse praticate non solo lette o parlate. Poteva diventare una sorta di James Dean made in Italy: a 20 anni pilota della Ferrari di F1 a fianco di Jody Scheckter e Gille Villeneuve. Il sogno di tutti i suoi coetanei e non solo. Tutti si dimenticano di ciò e di quanto lui abbia contribuito alla conquista del titolo iridato del 1979 effettuando delle prove di sviluppo tecnico sulla pista di Fiorano, in parallelo al lavoro che la squadra corse, capitanata da Mauro Forghieri, stava effettuando sui singoli circuiti prima e durante il campionato, con entrambi i piloti ufficiali. Elio De Angelis era un “simuIatore” umano, concreto, in pista al volante di una monoposto vera non “elettronica”. Era molto veloce ed abile nel sintetizzare pro e contro di una soluzione tecnica sperimentale, analizzandone gli effetti anche grazie alle 32 postazioni di cronometraggio intermedie che caratterizzavano la pista di Fiorano. Da un mio articolo scritto all’epoca
“Il suo rapporto con la Ferrari iniziò nella seconda metà degli anni 70. La squadra ufficiale in giro per il mondo Elio De Angelis a Fiorano. In particolare, nel periodo della Ferrari T2-T3, il pilota romano veniva utilizzato in pista, a Fiorano appunto, per avere un raffronto in diretta con quelle che potevano essere le modifiche che Mauro Forghieri e soci ritenevano utili, da apportare, a fronte delle prestazioni delle monoposto che Reutemann e Villeneuve stavano collaudando in giro per il mondo. Il confronto cronometrico non era certo “mortificante”, anzi. Se Carlos Reuteman era il più veloce, in 1’09”83, a parità di monoposto Gilles Villeneuve girava in 1’10”28, ed infine Elio De Angelis in 1’10”48. Da ricordare che su domanda specifica: per quello che lui poteva raffresentare per i suoi coetanei di allora, una sorta di mito alla James Dean. Quello di avere realizzato il sogno di tutti i giovani, non solo di un pilota: guidare una Ferrari di F.1. Lui rispondeva, con quella signorilità e semplità che lo contraddistingueva, che si trattava di un lavoro come un altro, da fare però con la massima professionalità, al massimo livello.”
Quel livello per cui vi erano e vi sono tante attese. Forghieri mandava un fax con alcune richieste. I meccanici della Ferrari realizzavano questi nuovi componenti tagliando e rivettando lamiere e poi subito in pista per raccogliere sensazioni, effettuare ulteriori modifiche e rispondere per fax con disegno, misure dati sull’inclinazione e posizione e via dicendo….. che F1.