Modena: Sono passati 90 anni da quando si corse quello che di sicuro è stato il più veloce dei circuiti stradali “assemblato” a Modena, collegando quattro tratti rettilinei, a partire dall’immediata periferia in direzione est, con altrettante curve ad angolo retto. Un tracciato ancor oggi esistente ed aperto al traffico se si esclude il tratto tra via Marzabollo e Via Valdrighi che è a senso unico in uscita dalla città. Partenza ed arrivo erano posizionati in zona Fossalta. Nota per le tempestose battaglie che vi si svolsero a partire dall’ uccisione di Cesare e proseguendo anche nei secoli successivi in quanto località di confine Terreno temuto da chi vuole edificare una casa o un capannone e zona fertile per il r”certo” itrovamento di reperti storici di inestimabile valore apartire dai 3 metri sotto il livello della strada attuale. Dopo poche centinaia di metri dallo starter i concorrenti dovevano svoltare a destra, in via Scartazza, proprio dove oggi è stata realizzata una rotonda, per immettersi nel rettifilo diretto alla periferia di San Damaso. I concorrenti, nella zona periferica della frazione di Modena, dovevano effettuare una seconda svolta, sempre a destra e sempre a 90°, per immettersi sulla via Vignolese e riprendere la strada, velocissima verso il centro città. Un “rettilineo” leggermente più movimentato rispetto agli altri, con alcune leggere flessioni, tutte da percorrersi alla velocità massima. Da evitare c’era il coinvolgimento, con la Ferrovia Provinciale per Spilamberto -Vignola – Bazzano, sia per la sconnessione presente nell’ attraversamento dei binari, che poteva essere causa scatenante di rotture ed incidenti, sia per l’interferenza con il traffico ferroviario. La decisione degli organizzatori fu quella di deviare a destra, prima dell’arrivo in città, in Via Valdrighi, dove esisteva una fabbrica di cordami. La Ferrovia, allora, era posizionata appena fuori dalla cinta delle mura a porta Bologna. Questo raccordo tra la via Vignolese e la via Emilia Est, ancor oggi esistente, era il tratto di minore lunghezza e velocità massima. Diciamo che era un attimo di “respiro” per i motori prima dell’immissione in via Emilia Est dove era d’ obbligo affondare l’acceleratore per spingere di nuovo a “tavoletta”. Oggi i piloti direbbero che sarebbe stato un circuito Flat. Un Silverstone ante litteram: Percorrendo questo lungo e velocissimo rettilineo arrivavano di nuovo sulla linea di partenza e verso via scartazza.
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