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Finalmente i motoristi e gli aerodinamici in Ferrari si sono parlati ed hanno lavorato a “braccetto”. Quello che non si vede sembra che sia ancora più importante e sofisticato

Maranello: La fisionomia “esteriore” della SF70H non può non lasciare esterefatti. Soluzioni verso cui gli altri progettisti non si sono ancora spinti o le hanno tenute nel cassetto. David Sanchez e Enrico Cardile, i due responsabili del settore aerodinamico della Ferrari, si sono spinti piuttosto avanti. Hanno letto ed interpretato il nuovo regolamento tecnico della Fia ed hanno proposto il loro concetto di sviluppo. Situazione che  è stata sempre condivisa con quelle che sono state le necessità dei motoristi Luigi Fabroni e Lorenzo Sassi responsabili del progetto del motore e parti meccaniche connesse. Al tutto ha prestato molta attenzione Rory Byrne, mediatore ed agitatore nello stesso tempo del progetto 668. Il 6 cilindri è stato completamente rivisto nella sua parte strutturale per irrigidirlo, modificarne la distribuzione dei pesi (non si può andare sotto un peso minimo imposto) ma si cerca di portare tutto il peso possibile verso la parte bassa L’intervento maggiore è stato effettuato sulle parti interessate dalla termodinamica alla ricerca di uno  sfruttamento compiuto di ogni goccia di benzina per trasformarla in potenza da trasmettere alle ruote anche grazie alla riduzione nei pesi delle parti in movimento e negli attriti interni.   Se quello che si vede risulta interessante ed innovativo vi sono delle ricerche aerodinamiche all’ interno che sono altrettanto accurate e sofisticate per far si che tutte le parti ricevano nel punto giusto ed al momento giusto l’aria necessaria per mantenere le temperature d’esercizio costanti come  scaturito nel lavoro di simulazione al banco prova.