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FERRARI F1

La F1 è sempre più “anglofona”e la Ferrari ritorna ad essere “made in Italy”

Maranello: In attesa di ritornare in pista per i primi test con le inedite monoposto 2017 sono le “carte bollate” a rincorrersi all’interno delle singole squadre avendo come destinatario la Fia e chi, all’interno della Federazione,  deve definire i contorni grigi di quanto scritto a suo tempo e delinearli in un nero indelebile affinché non vi siano definizioni troppo late ed allargate. Già le differenze linguistiche e le traduzioni complicano le cose e non aiutano. Scoperchiata la “pentola” appare evidente il ribollire dei malumori e dei dubbi avendo come fine ultimo non solo il titolo iridato costruttori ma anche e sopra tutto il tornaconto economico legato alla posizione in classifica. Si stanno scatenando le richieste di interpretazioni del regolamento tecnico per evitare di incorrere in inghippi futuri a progetto definito e reso operativo. Ferrari vs  Mercedes ed entrambe vs Red Bull. Sembrano aver trovato un punto comune d’attenzione: la Red Bull in particolare dopo il ritorno in F1, full time, di Adrian Newey, ha evidenziato, in pista, degli incrementi prestazionali “miracolosi”. Le prime risposte sembrano dare dei “chiarimenti” che hanno come cardine di base un “se”. Scusate  ma, se non ricordo male, se appunto,  un se esprime dubbio e pertinenza, non una certezza assoluta inequivocabile. Se causa, se effetto ( miglioramento nelle prestazioni per modifica aerodinamica proibita) Una cosa è certa: oggetto del dubbio è un componente tecnico già presente sulle Mercedes e sulle Red Bull nella passata stagione ed in grado di migliorare le prestazioni aerodinamiche del progetto garantendo le modifiche del caso e vietate da un altro dei codicilli del regolamento. Quello che viene spontaneo domandarsi viaggia su due binari “paralleli”. Come mai i tecnici della Ferrari hanno espresso dubbi e richiesto chiarimenti sul “rebus”, inoltrando una lettera di richiesta circostanziata, solo a campionato concluso ed in ottica 2017.

Se il “se” è valido per il futuro come mai non lo era per il passato visto che il componente oggetto del “contendere” era già presente ben visibile a tutti senza dover andare a scavare troppo in profondità  e la Fia non è a suo tempo intervenuta “motu proprio” visto che i suoi uomini hanno il potere assoluto di scandagliare ogni centimetro di una monoposto?

Una ulteriore conferma dell'”anglofonia” della F1, che si perde nella notte dei tempi dove chi deve indagare e chi è da indagare ha in comune nazionalità e residenza.