Modena: Anche le Alfa Romeo dovranno imparare quanto prima il dialetto modenese. Giulia e Stelvio sono già nate a Modena e lo saranno anche i prossimi progetti cui spetta il compito di rinverdire il mito del Biscione e completare la produzione verso un alto di gamma. Il primo appuntamento dovrebbe essere con una versione più sportiva della Giulia, due sole porte, sempre e rigorosamente a trazione posteriore o integrale. Senza escluderne un DNA tale da poterla usare nelle competizioni. Il progetto sta subendo un’accelerazione a fronte di quello, nato in parallelo in Via delle Nazioni in simbiosi con la struttura di Maserati Corse, che dovrebbe consentire di rivedere sulle strade l’erede della 164 e della 166 di ben noto successo. Per quest’ ultima vettura si vuole attendere i risultati della penetrazione, nel suo segmento di mercato, della Giulia anche per capire come inserire ed intervenire sulla piattaforma Giorgio che trae qualcosa di comune. In particolare partendo dal pianale della Maserati Ghibli. Nei giorni scorsi Artioli Editore e Daniele Buzzonetti hanno presentato, presso la mitica collezione di Mario Righini ospitata nel castello di Panzano, la loro ultima fatica editoriale, nata sotto la Ghirlandina, e dedicata ai 110 anni di storia dell’Alfa Romeo. Il volume, finito di stampare a fine novembre in 55.000 copie, ha una sola “pecca”: quella di non aver potuto riportare un adeguato capitolo dedicato proprio all’ultima nata, il Suv Stelvio che è stato presentato qualche giorno dopo le stampe. Un libro didattico che è anche in vendita in libreria a 55€ e rappresenta un giusto compendio di storia che riporta le immagini di vetture uniche quali: la 8c 2300 Monza, di proprietà del Cav. Uff. Tazio Nuvolari, ed una cabrio 6c 2300 con compressore intestato a S. E. Cav Uff. Benito Mussolini. Proprietari estrapolati dai libretti di circolazione originali. Vetture salvate dalla demolizione, e quindi dall’oblio, dal proprietario del castello dove continuano la loro “vita”: Mario Righini seppe anteporre il suo “amore” per il marchio Alfa Romeo a quello che sarebbe stato il logico interesse economico del momento, nel mandare in fonderia una interessante quantità di pezzi di ricambio. Sono 36 i capitoli in cui l’autore ha voluto suddividere il suo lavoro dedicando ad ognuno un argomento di base in funzione della tipologia delle motorizzazioni, delle versioni stradali o da competizione, degli uomini, come l’ing. Giuseppe Luraghi, che seppero gestire un giusto rapporto tra la proprietà pubblica ed il mantenimento del marchio. Il tutto è raccolto in 320 pagine di ottima fattura editoriale con circa 400 immagini di cui 285 a colori e 115 in bianco e nero.